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In Italia c'e' "poca tutela per le famiglie con figli". A confermarlo è il Rapporto Censis 2008 che sottolinea che, nel nostro paese, sono oltre 11,4 milioni le famiglie di questo tipo, con una riduzione di quasi il 2 percento dal 2001, mentre un calo piu' brusco riguarda quelle con 2 figli (-4,9 percento) e quelle con 3 o piu' figli (-5,3 percento). Spicca invece il balzo della tipologia piu' vulnerabile, le famiglie monogenitoriali (+11,3 percento). La capacita' ricettiva dei servizi per la prima infanzia (pubblici e convenzionati) puo' essere stimata intorno all'11 percento della domanda con oscillazioni regionali molto ampie. Considerando gli asili nido comunali la spesa media sostenuta dai comuni per ciascun bambino e' poco meno di 600 euro al mese, la quota a carico delle famiglie e' pari mediamente al 40 percento, per una spesa media mensile di 285 euro. Il 23 percento delle domande presentate finisce pero' in lista di attesa.
Considerando l'affido non inferiore a tre ore quotidiane, le madri lavoratrici con figli fino a 3 anni ricorrono nel 52,3 percento dei casi ai nonni, nel 27,8 percento agli asili pubblici o privati, nel 9,2 percento alle baby sitter, nel 7,3 percento all'altro genitore, nel 3,4 percento a parenti e amici. Quindi le soluzioni familiari coprono il 63 percento delle esigenze. Il 28 percento delle madri lavoratrici rinuncia all'idea di mandare i figli all'asilo: il 19,5 percento afferma che non ci sono posti disponibili, il 17,4 percento che non ci sono asili nel comune di residenza, per il 7,1 percento gli orari sono scomodi, per il 4,8 percento l'asilo e' troppo distante.
Per quanto riguarda la scuola, il 22,3 percento delle famiglie denuncia frequenti atti di bullismo nelle classi frequentate dai figli, il 27,6 percento episodi isolati, mentre il 50,1 percento non rileva il problema. E' quanto emerge nel Rapporto 2008 del Censis sulla situazione sociale del Paese. Nel 28,7 percento dei casi, i genitori segnalano offese ripetute ai danni dell'alunno, nel 25,9 percento scherzi pesanti e umiliazioni, nel 24,6 percento episodi di isolamento, nel 21,7 percento botte, calci e pugni. I furti di oggetti personali si verificano nel 21,4 percento delle classi. Le famiglie, sempre secondo il Censis, non imputano alla scuola e agli insegnanti la responsabilità degli atti di intimidazione e violenza che si verificano, "perche'- si legge nel rapporto- sono consapevoli dell'insufficienza degli strumenti a disposizione della scuola per contrastare il fenomeno, tant'è che richiedono la presenza di figure professionali specifiche e il ricorso a sanzioni disciplinari piu' severe".