08/05/2009versione stampabilestampainvia paginainvia



Per questo, scegliamo di sbattervi in faccia (e aiutateci a farlo con quante più persone possibili) l'orrore della guerra che ci circonda.

L'orrore che suscitano le fotografie che abbiamo pubblicato in home page e nella pagine dell'articolo di Enrico Piovesana, come questa qui a fianco, violando probabilmente qualsiasi tipo di codice deontologico, è tanto. Ma ci pare sensato e persino giusto fare - oggi - questa provocazione.

Oggi che il ministro dell'Interno italiano - parlando "a nome di tutte le nazioni dell'Unione Europea", si vanta di avere rispedito 227 migranti nelle mani degli aguzzini libici.
"Li hanno mandati al massacro. Li uccideranno, uccideranno anche i loro bambini. Gli italiani non devono permettere tutto questo. In Libia ci hanno torturate, picchiate, stuprate, trattate come schiave per mesi. Meglio finire in fondo al mare. Morire nel deserto. Ma in Libia no", dicono di loro le donne che "hanno avuto la fortuna" di sbarcare a Lampedusa.

Oggi che un cretinetti (come si dice a Milano) poco più che trentacinquenne si permette di proporre per il trasporto pubblico milanese posti riservati ai cittadini Doc, facendoci ritornare di colpo agli anni dell'apartheid sudafricano, o delle discriminazioni razziali negli Stati Uniti. Roba che nemmeno in Israele, dove pure qualche motivo di sicurezza vera si potrebbe addurre, si sognano di fare.

Oggi che aprendo i giornali o i siti o le televisioni, quei pochi che credono ancora nei valori della borghesia (quelli usciti dalla rivoluzione francese) sussultano involontariamente di entusiasmo alle parole di un ex-fascista che, pur essendo nella maggioranza, pratica l'unica opposizione visibile in questo Paese.

Oggi che, nessuno lo dice, l'Italia ha mandato in Afghanistan non il genio pontieri o gli alpini distributori di caramelle ai bambini, ma la Folgore, l'intera Brigata Folgore, "fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi". Uomini e donne addestrati non certo a costruire scuole, ma piuttosto a uccidere.

Oggi che siamo in guerra, fuori e dentro ai nostri confini, che più del settanta percento di italiani è contento di un Governo che non si può certo definire "fascista" ma che certamente definire "oligarchico" è condizione necessaria, ma non sufficiente, per descriverne la barbarie e l'arretratezza rispetto alle grandi conquiste del 1900.

Oggi sarebbe necessario un altro sussulto, non quello entusiasta alle parole del Presidente della Camera, ma di violenta indignazione, e noi non troviamo altro modo di provare a provocarlo. Per questo, scegliamo di sbattervi in faccia (e aiutateci a farlo con quante più persone possibili) l'orrore della guerra che ci circonda. Non l'orrore, ma la guerra.

Maso Notarianni

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