
Già nel 1995, cioè dieci
anni fa l'Onu, prevedeva che nel secolo in cui viviamo molte guerre
sarebbero state dichiarate per l'acqua.
E infatti oggi possiamo dare notizia di
scontri tra clan rivali tra
Kenya
e Somalia a causa di alcune sorgenti contese. Inserire tra i motivi
del contrasto tra
Siria
e Israele le
alture del Golan, contese tra i due paesi perchè ricchissime
d'acqua
.
E' sempre Israele che modella il percorso del muro che la separarerà
dallo Stato palestinese in base alla dislocazione dei pozzi. In
Bolivia
un presidente è in bilico per la politica
adottata dal suo governo sullo sfruttamento delle risorse idriche
Nel frattempo ogni anno nel mondo
muoiono dieci milioni di persone, la metà bambini, per colera,
tifo, dissenteria e altre malattie dovute soprattutto alla mancanza
di acqua potabile. Secondo dati dell'organizzazione Mondiale della
sanità è più facile morire per mancanza di acqua
potabile (disidratazione o diarrea) che per fame.
La domanda mondiale d'acqua raddoppia
ogni ventuno anni e in alcune regioni anche prima, informa la Banca
mondiale. I rifornimenti non riescono neanche lontanamente a tenere
il passo con l’aumento della domanda perché le popolazioni
crescono a ritmi vertiginosi e le città esplodono.
Nel 2025 il quantitativo d’acqua a
disposizione di ciascun abitante del Medio Oriente e del Nordafrica
sarà calato dell’80 per cento. Nel giro di un’unica
generazione.
La previsione dell'Onu di cui parlavamo
in apertura ha ormai dieci anni. Una previsione azzeccata certamente.
Ma anche un fallimento senza appello. Perchè in dieci anni né
gli organismi sovranazionali, né i governi hanno saputo fare
niente per cambiare le cose. Oggi non facciamo che cogliere i frutti
della loro incapacità. E della nostra incapacità di
controllare loro. Pensiamoci, e non solo mentre facciamo la doccia.