21/03/2005versione stampabilestampainvia paginainvia



Sul tema dell'acqua si scontano anni di ritardi e politiche inefficaci
Già nel 1995, cioè dieci anni fa l'Onu, prevedeva che nel secolo in cui viviamo molte guerre sarebbero state dichiarate per l'acqua.
E infatti oggi possiamo dare notizia di scontri tra clan rivali tra Kenya e Somalia a causa di alcune sorgenti contese. Inserire tra i motivi del contrasto tra Siria e Israele le alture del Golan, contese tra i due paesi perchè ricchissime d'acqua . E' sempre Israele che modella il percorso del muro che la separarerà dallo Stato palestinese in base alla dislocazione dei pozzi. In Bolivia un presidente è in bilico per la politica adottata dal suo governo sullo sfruttamento delle risorse idriche

Nel frattempo ogni anno nel mondo muoiono dieci milioni di persone, la metà bambini, per colera, tifo, dissenteria e altre malattie dovute soprattutto alla mancanza di acqua potabile. Secondo dati dell'organizzazione Mondiale della sanità è più facile morire per mancanza di acqua potabile (disidratazione o diarrea) che per fame.

La domanda mondiale d'acqua raddoppia ogni ventuno anni e in alcune regioni anche prima, informa la Banca mondiale. I rifornimenti non riescono neanche lontanamente a tenere il passo con l’aumento della domanda perché le popolazioni crescono a ritmi vertiginosi e le città esplodono.

Nel 2025 il quantitativo d’acqua a disposizione di ciascun abitante del Medio Oriente e del Nordafrica sarà calato dell’80 per cento. Nel giro di un’unica generazione.

La previsione dell'Onu di cui parlavamo in apertura ha ormai dieci anni. Una previsione azzeccata certamente. Ma anche un fallimento senza appello. Perchè in dieci anni né gli organismi sovranazionali, né i governi hanno saputo fare niente per cambiare le cose. Oggi non facciamo che cogliere i frutti della loro incapacità. E della nostra incapacità di controllare loro. Pensiamoci, e non solo mentre facciamo la doccia.

Marco Formigoni

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