17/12/2010versione stampabilestampainvia paginainvia



Centinaia di bambini hanno marciato giovedì 16 dicembre nella comunità di Guadalupe Carney chiedendo la fine della militarizzazione delle loro vite

Centinaia di bambini hanno marciato giovedì 16 dicembre nella comunità di Guadalupe Carney chiedendo la fine della militarizzazione delle loro vite. Sventolando cartelli del tipo "Se non c'è pace per i bambini, non ci sarà pace nemmeno per i ricchi" e "Esigiamo giustizia per la morte dei nostri genitori uccisi a Tumbador", i ragazzini hanno affrontato cantando i fucili degli agenti schierati in ogni angolo del villaggio. Che sebbene solo negli ultimi giorni siano aumentati in maniera esponenziale,sono presenti nel centro della comunità gà da un anno, tanto che gli adulti vanno dicendo quanto questa presenza costante innervosisca e impaurisca i più piccini. "Non vogliamo più vedere armi. Desideriamo la pace", urlavano i minori.

Fra loro Elvin Manuel Morale, figlio di uno dei contadini sterminati a Tumbador un mese fa dai soldati. E' diventato fioco tanto ha gridato, affrontando i soldati. Suo fratello, dopo l'omicidio del padre, è stato arrestato perché si è opposto al sequestro dei pochi ettari che coltivavano per sfamare la famiglia. E quel bambino, piccolo, è dovuto crescere in tutta fretta.
Dal centro di Carney, il corteo dei ragazzini ha raggiunto la strada che porta a Trujillo, fino a ieri teatro delle barricate degli adulti per protestare contro la presenza dei soldati, i soprusi dei terratenenti e per il diritto alla terra. Per una mezzora i bambini sono riusciti a mandare in tilt il traffico dell'importante arteria. E tanti sono stati i curiosi che di fronte a quell'insolita manifestazione si sono soffermati per scattare foto e osservare quei piccoli in protesta.

Molti di quei bambini scesi in strada abitano in rifugi di fortuna dopo che con le loro famiglie sono stati sfollati dagli accampamanti Panamá, passo Aguán, dove hanno visto i loro genitori umiliati dalla prepotenza dei proprietari terrieri e dei loro scagnozzi. Uomini e donne attaccate a un piccolo fazzoletto di terra occupato perché lasciato incolto da chi ne ha talmente tanta da non riuscire a gestirla. Eppure la legge dell'Honduras post golpe non prevede nessuna attenzione per i contadini senza terra, nessun provvedimento per andare incontro alle loro esigente. Qui, nessuna riforma agraria all'orizzonte.
Dopo la marcia, i bambini sono stati ricevuti nello spazio collettivo della comunità, dove hanno ricevuto una bibita gelata e un po' di pane per calamare la fame.

Stella Spinelli

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