Il movimento dei giovani spagnoli indignati, meglio conosciuto come Movimiento M-15 ed esploso due settimane fa, è tornato in piazza per rinnovare la protesta e ha deciso di restare accampato nelle principali piazze del Paese senza fissare una precisa scadenza. Lo hanno scelto anzitutto le migliaia di spagnoli scesi ieri in Puerta del Sol, Madrid, epicentro della "rivoluzione", dove si è deliberato, per alzata di mano, di mantenere viva la piccola repubblica libertaria di Sol, composta da banchetti, stand, tende, cucine e sale riunioni all'aperto.
Intanto a Barcellona, dopo essere stati cacciati dalla polizia catalana venerdì scorso, gli "indignados" hanno ricostruito la "cittadella libertaria di Plaza Catalunya" e hanno creato dighe umane per arginare la folla di tifosi del Barça giunti sabato sera per festeggiare la vittoria in Champions League. A Toledo, invece, è stato smantellato l'accampamento di Plaza Zocodover per continuare la protesta organizzando assemblee settimanali nei quartieri cittadini.
Intanto si alza la protesta di commercianti e albergatori di Madrid, indignati anche loro, ma per l'ingente perdita economica che il movimento sta causando alla città: un crollo d'affari dell'80 percento. Il comune di Madrid ha chiesto al premier Luis Zapatero di procedere allo smantellamento, proposta rigettata dal suo vice e ministro dell'Interno, Alfredo Rubalcaba, che ha annunciato di non avere alcuna intenzione di mettersi contro il movimento giovanile, inviando poliziotti a sfollarlo con la forza.