"I problemi che riguardano il centro di Pozzallo sono molti e di differenti ordini. Uno riguarda la struttura: è un hangar nella zona del porto che dovrebbe essere utilizzato come Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza), considerando che Pozzallo è una zona di sbarchi, proprio come Lampedusa. Questo centro dovrebbe essere utilizzato per 48 ore al massimo e allo scopo di assistere le persone che arrivano dal mare, identificarle, soccorrerle e infine smistarle nelle varie strutture. Adesso invece ciò che accade è che 'l'hangar' viene usato come un vero e proprio centro di detenzione, perchè stanno portando gruppi di migranti sbarcati a Pantelleria e Lampedusa e li lasciano dentro il centro senza alcuna convalida di fermo da parte di un giudice. E questo, ovviamente oltre le 48 ore. Addirittura c'è gente che resta chiusa a Pozzallo per una, due o anche tre settimane, in attesa del rimpatrio che avviene da Catania" racconta dal suo studio di Modica l'avvocato Paola Ottaviano di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione), che collabora con il difensore di ufficio in difesa di alcuni migranti.
"Dopo gli accordi tra Maroni e la Tunisia hanno rafforzato gli accordi di rimpatrio che già c'erano e quindi hanno aperto il canale dei voli di rimpatrio da Catania. Di conseguenza utilizzano Pozzallo come centro di transito per i rimpatri da Catania. Però tutto questo avviene illegalmente. Nel senso che le persone vengono trattenute senza alcun tipo di convalida. E per queste ragioni utilizzano un cspa come un Cie, ma non lo è assolutamente" continua l'avvocato.
Intanto, da più parti si denuncia una situazione drammatica che va ad intaccare i diritti fondamentali dei migranti costretti a vivere in un hangar, spacciato per un centro di accoglienza. "Intanto partiamo dal presupposto che la mancanza di informazioni e la detenzione illegale sono cose che dovrebbero indignare tutti noi. La nostra Costituzione dice chiaramente che per più di 48 ore una persona non può essere privata della libertà personale se non c'è un giudice che conferma questi provvedimenti. Noi ci troviamo davanti a un'altra cosa: alla polizia che con i suoi provvedimenti limita la libertà delle persone. Questo è molto di più che una violazione dei diritti o un abuso di potere.
Alessandro Grandi