19/10/2011versione stampabilestampainvia paginainvia



Agim Zogaj, ex colonnello dell'Uçk e vice di Limaj, nel 2005 aveva cominciato a svelare le torture avvenute nel campo di Lapusnik

Scritto per noi da
Andrea Indiano

Gli screzi nei pressi Mitrovica sono soliti riapparire periodicamente, ma ora, con il governo di Pristina pronto per la prima volta a istituire un vero ufficio doganale, la situazione sembra pronta a peggiorare. L'aggravante però è che molti accusano il premiere Thaci di aver dato l'ordine solo per sviare l'attenzione pubblica da altre faccende che riguardano il suo governo. Il suo braccio destro infatti, Fatmir Limaj, si trova agli arresti domiciliari per corruzione e, si vocifera, per dare tempo all'Eulex - la missione creata dall'Unione Europea per aiutare l'Onu nella ricostruzione del paese balcanico - di chiarire altre accuse che lo riguardano. Limaj, considerato da molti kosovari un eroe nazionale, ha fatto parte dell'esercito di liberazione del paese durante la guerra, ed è accusato di aver ucciso e seviziato almeno venti serbi, fra cui donne e bambini, nel campo di concentramento di Lapusnik.

Agim Zogaj, colonnello fra gli stessi partigiani kosovari e vice di Limaj, nel 2005 aveva cominciato a svelare le torture avvenute a Lapusnik e per questo si era guadagnato il soprannome di Testimone X in un processo a L'Aja che vedeva pesantemente coinvolto Limaj. Qualche settimana fa a Duisburg, dove viveva sotto protezione, Zogaj si è suicidato impiccandosi a un albero. La notizia non ha avuto molto riscontro in Kosovo dove le vicende di Mitrovica occupano titoli di quotidiani e tg, anche grazie al valore patriottico dato da Thaci alla creazione della dogana. Limaj, che venne comunque dichiarato innocente dal tribunale dell'Aja nel 2003 per quanto avvenuto a Lapusnik, non ha ancora rilasciato dichiarazioni né sul suo arresto né sul suicidio del suo ex commilitone. Zogaj aveva ripreso a fornire nuovi e atroci particolari sulle torture (dieci cadaveri bruciati erano stati trovati nelle vicinanze del campo subito dopo la fine della guerra) e il processo si sarebbe dovuto riaprire a breve con nuove prove. I pochi giornali locali che hanno affrontato la notizia, fra cui l'unico in lingua inglese il Prishtina Insight, hanno parlato apertamente di vergogna e si sono spinti ad accusare l'Eulex di scarsa protezione per Zogaj. La polizia tedesca ha archiviato la morte del Testimone X come suicidio, ma i suoi stessi familiari credono che ci sia qualcosa sotto. La cosa più triste per il Kosovo, che fra mille difficoltà sta cercando di diventare uno stato democratico fra una corruzione divampante e l'ascesa di fondamentalisti musulmani, è che difficilmente il caso Zogaj troverà ulteriori sviluppi o approfondimenti. I kosovari durante la guerra e prima di essa hanno subito molti decessi e innumerevoli privazioni perciò per loro la morte di venti serbi, anche se innocenti, va a confluire nel caso di vendetta giustificata. Una triste verità, che in pochi hanno il coraggio di ammettere. Intanto, la morte di Zogaj è già caduta nel dimenticatoio, la sua come quella dei venti serbi trucidati a Lapusnik.

Luogo: Kosovo