Il presidente Barack Obama chiama il premier Silvio Berlusconi.
Subito dopo il capo del Pentagono Robert Gates chiama il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Poi la visita del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che incontra entrambi con l'aggiunta del ministro degli Esteri Franco Frattini.
Un'offensiva diplomatica concentrica per sottoporre al governo italiano una di quelle proposte "che non si possono rifiutare": inviare più truppe sul fronte di guerra afgano.
La risposta non poteva che essere un immediato e incondizionato 'signorsì'.
Ma quanti?
Altri 400 soldati al fronte. Fosse per La Russa, ne manderebbe a migliaia. "Possiamo avere anche 20mila soldati all'estero, ma bisogna valutare l'estensione del periodo in cui si tengono fuori".
Il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, è più realistico ed esplicito: "Le forze armate italiane hanno schierato all'estero in passato fino a 12.500 uomini e oggi siamo circa a quota 8.500: non è un problema di uomini, è un problema di soldi: la nostra aliquota di rinforzi non può superare le 500 unità".
Infatti, la cifra che circola in queste ore è 400: quei quattrocento soldati inviati come ‘rinforzi temporanei' per le elezioni afgane e che sono già tornati a casa. Rasmussen ha chiesto a La Russa di rispedirli al fronte. Ma pare che verrà trovata una soluzione alternativa. "Diamo un po' di riposo alla gente!", ha dichiaro il generale Camporini. "Per i militari impegnati in missione all'estero è previsto un turno ogni quattro. Sarebbe ragionevole uno ogni cinque e comunque non possiamo prendere la gente, riportarla a casa e dopo una settimana rimandarla lì".
5mila uomini dagli alleati. Gli Stati Uniti e la Nato chiedono agli alleati altri 7mila uomini.
La Gran Bretagna ne ha messi sul piatto 500, la Georgia almeno 700, la Turchia 800, la Slovacchia 250, la Francia non più di 150. Se, come sembra, il nuovo ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg è disposto a inviare al fronte altri 2.500 soldati della Wehrmacht, si arriverebbe a sfiorare quota 5mila. Che infatti è la cifra complessiva fatta nei giorni scorsi dal premier britannico Gordon Brown - "Penso che probabilmente potremmo trovare altri 5mila soldati" - senza comprendere i 500 uomini del British Army.
Prendendo per buoni questi numeri, mancherebbero all'appello giusti giusti i 4-500 soldati che sono stati chiesti all'Italia.
Il costo della guerra. Più di questi l'Italia non se ne può permettere. Per ragioni di bilancio, come ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa.
Il costo della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, che negli anni passati era sui 300 milioni di euro l'anno, ha già superato il mezzo miliardo.
Un ulteriore aumento della spesa bellica sarebbe difficile da fare digerire, non solo al ragionier Tremonti, ma anche a un'opinione pubblica italiana sempre più contraria alla guerra.
Enrico Piovesana