Esce oggi l'autobiografia di Tony Blair, A journey, che racconta il periodo trascorso al 10 di Dowing Street.
Nel libro l'ex premier britannico non si rammarica per la sua decisione di entrare in guerra in Iraq, che gli è costata le dimissioni nel 2007, per fare posto al rivale del suo stesso partito Gordon Brown, sconfitto lo scorso maggio.
L'ex leader labour si è detto però triste e angosciato per le vittime provocate dal conflitto, ma ha ribadito che intervenire per rovesciare il regime di Saddam è stato giusto. In un'intervista con la Bbc, Blair ha affermato: "Mi sento molto addolorato per le vite spezzate, per la pena delle famiglie che hanno perso i propri cari".
Non mancano i commenti per il suo rivale Brown, che definisce un uomo difficile, a tratti esasperante, di cui però riconosce brillantezza e acutezza.
Le pressioni della responsabilità del conflitto armato, e altre difficoltà in seno al partito, portarono Blair a un consumo eccessivo di alchool, confessa nel libro.
Il lancio delle sue memorie coincide con il ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq, e con l'inizio del processo di selezione del nuovo leader del partito labourista. Blair lancia un appello ai candidati affermando che il partito è condannato a restare all'opposizione per anni se si prenderanno le decisioni sbgaliate.