In un comunicato rilasciato ieri i talebani hanno smentito la notizia data dal New York Times secondo la quale starebbero intrattenendo dialoghi di pace con il governo di Kabul. "Gli Stati Uniti stanno tentando attraverso manovre diplomatiche e la propaganda organizzata di mostrare i Mujahideen dell'Emirato islamico come pronti a negoziare".

Sempre secondo i talebani il governo non è stato in grado di portare "nessuna credibile prova" a sostegno di questo dialogo. "L'Emirato islamico di Afghanistan rifiuta in maniera assoluta queste affermazioni. Non ha mandato nessuna delegazione per parlamentare, né intende negoziare mentre il Paese è sotto occupazione straniera".

Le dichiarazioni dei talebani si scagliano in particolare contro gli americani. "Dobbiamo dire a Burhanuddin Rabbani e alle altre deplorevoli personalità di non risollevare vecchie inimicizie promuovendo queste false dichiarazioni e neppure dovrebbero appoggiare la campagna di propaganda per compiacere gli americani. Come afgani non dovrebbero aiutare il generale Petreaus nella sua strategia (pallottole e negoziati), elaborata dal Pentagono. Una strategia che prevedono sia messa in campo da mani afghane in modo che il Paese diventi permanentemente una colonia americana."

Secondo i talebani il governo afgano, "deviato e corrotto", cerca di accaparrarsi la fiducia della popolazione cercando di mostrarsi abile nel risolvere i problemi dell'Afghanistan. Nel comunicato i combattenti chiedono agli "invasori" di smetterla con "l'inutile propaganda e le azioni militari" .

"L'Emirato islamico crede fermamente che in presenza di invasori stranieri i dialoghi di pace e qualunque altro tipo di negoziato siano inutili". Secondo il proclama gli americani farebbero meglio a ritirarsi per non "perdere credibilità politica ed economica agli occhi del mondo".