La crisi poltica in Costa d'Avorio non rientra. Il presidente uscente Laurent Gbagbo, sconfitto al ballottaggio del 28 novembre, ha nominato un nuovo governo. Altrettanto ha fatto il vincitore, il leader dell'opposizione Alassane OUattara, che governa da un albergo di lusso del centro di Abdjan, sotto la protezione del contingente delle Nazioni Unite. Intanto, Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno riconosciuto il risultato del voto, come anche Unione Europea e Unione Africana. Solo la Russia ha protestato contro l'eccessivo attivismo del Consiglio di Sicurezza, che si è pronunciato a favore di Ouattara, contestando il diritto della missione Onu di avere l'ultima parola sul processo elettorale ivoriano. Intanto, la guerriglia che controlla il nord aspetta un segnale dal nuovo presidente: basta un cenno e la guerra civile contro la leadership del sud potrebbe ricominciare. Monsieur Cissè Seydou, rappresentante in Italia del Rassemblement des Republicains (il partito di Ouattara, ndr) spiega a Peacereporter cosa accade in Costa d'Avorio e quali siano i possibili sviluppi della crisi, raccontando retroscena inediti e rivelatori.
Cosa sta succedendo in Costa d'Avorio, si registrano scontri tra fazioni?
No, non si sono registrati episodi di violenza perché il presidente entrante, Ouattara, ha deciso di non chiamare i suoi in piazza; sappiamo bene che Gbagbo ha intenzione di usare le Forze Armate per creare violenza. Noi gli abbiamo inviato un messaggio molto chiaro: cedi il potere perché l'hai perso e consenti una transizione pacifica. Altra violenza non ne vogliamo perché la Costa d'Avorio ha già pagato un prezzo molto alto.
Eppure qualche giorno fa è stata assaltata una sede dell'Rdr..
Si, esatto, ma è successo prima della proclamazione dei risultati. Amnesty International ha scoperto che i responsabili dell'assalto indossavano divise delle Forze Armate. L'episodio è stato condannato ma per il momento abbiamo deciso di rimandare l'accertamento delle responsabilità a dopo la normalizzazione. Intanto, la comunità internazionale ha già riconosciuto Ouattara come vincitore.
Ma al nuovo presidente basterà il sostegno della comunità internazionale per costringere Gbagbo ad accettre il risultato delle urne?
Il punto è che nel momento in cui l'Ecowas (Comunità di stati dell'Africa Occidentale, ndr) riconosce Ouattara come il legittimo presidente della Costa d'Avorio, automaticamente la sua Banca Centrale chiuderà i rubinetti e Gbagbo non avrà più la possibilità di fare prelievi per conto del Paese. Tutte le risorse finanziarie della regione gli si stanno chiudendo: credo che alla fine cederà. Quando la tua firma non conta più niente, perché di questo si tratta, quando l'Onu, l'Unione Europea, la Banca Mondiale, il Fondo monetario internazionale non ti riconoscono più come interlocutore allora cosa puoi fare, oltre a barricarti nel tuo palazzo? Gli restano solo due armi in mano.
Suppongo che una sia l'esercito.
Si. Lui in questi ultimi mesi ha distribuito stellette e promozioni, per assicurarsi la fedeltà dei capi delle Forze Armate. Ma anche loro stanno cominciando a capire da che parte soffia il vento: le principali potenze internazionali si sono pronunciate. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama gli ha chiesto di riconoscere i risultati e farsi da parte. Credo che nei prossimi giorni Gbagbo si renderà conto che non ci sono vie d'uscita e cederà.
E la seconda qual è?
E' la televisione nazionale. Il presidente uscente ha sospeso la programmazione delle tv e delle radio straniere, in modo tale che l'unica voce che parli ai cittadini sia quella della radio e della tv nazionale, che sono sotto il suo controllo e diffondono la propaganda del suo regime. Ma è tutto inutile, visto che Gbagbo ha perso il sostegno del suo ex ministro delle Finanze, Charles Koffi Dibby. Era convinto che sarebbe rimasto con lui e invece si è schierato con Ouattara, che è un banchiere internazionale e conosce molto bene tutti i trucchi della finanza. Ora, cosa sta succendendo? Succede che presso la Banca Centrale dell'Ecowas conta la firma di Dibby. Gbagbo come fa a ritirare i soldi? E come farà a pagare le forze armate?
La comunità internazionale è unita nell'appoggiare Ouattara, l'unica voce fuori dal coro sembra quella della Russia.
Questa è una storia interessante. Lei avrà seguito di recente l'assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 alla Russia. La federazione ivoriana, rappresentata da Jacques Bernard Anouma, avrebbe dovuto votare per l'Inghilterra. Al momento decisivo, però, ha scelto la Russia.
A voler pensar male, si può intuire cosa abbia promesso Mosca come contropartita.
Ecco il punto. Si sapeva cosa sarebbe accaduto di lì a poco in Costa d'Avorio, che Gbagbo avrebbe tentato un colpo di stato e che l'Onu avrebbe condannato il regime ivoriano. I russi, sapendo che questo mese la presidenza del Consiglio di Sicurezza sarebbe passata agli americani, devono avergli promesso una protezione su qualsiasi dichiarazione o risoluzione delle Nazioni Unite. Non dimentichiamo poi che questo Anouma è anche il direttore finanziario della presidenza della Repubblica uscente.
Quindi, detto più semplicemente, è un uomo di Gbagbo.
Oh, lo vede che ci capiamo? Questo spiega perché i russi hanno contestato il potere della missione Onu in Costa d'Avorio (Unoci) di avallare la validità del processo elettorale. Senonché, la risoluzione che dava all'Unoci, nella persone del delegato speciale del Segretario generale, questo potere l'aveva approvata anche Mosca. Che è legata a Gbagbo anche per un altro motivo: mesi fa, il presidente uscente ha firmato dei contratti per lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio off shore proprio con i russi.
Ciononostante, ieri un esponente della diplomazia francese, che è una delle più efficaci, era Mosca per spiegare al Cremlino che stava sputando nella zuppa che si sarebbero mangiati anche loro: hanno mandato un coreano a monitorare il voto in Costa d'Avorio, questo ha fatto il suo bel lavoro e ora per quale dannato motivo non si deve riconoscere la vittoria di Ouattara? Alla fine anche i russi hanno votato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che lo riconosce come legittimo presidente.
Le Forces Nouvelles, che controllano il nord del Paese, dove Ouattara si è imposto, hanno detto che aspettano solo un suo segnale da parte di quest'ultimo per riprendere la guerra contro Gbagbo: il rischio di una nuova guerra civile è reale?
Io spero di no. Le Forces Nouvelles sono pronte a riprendere le armi ma Ouattara ha detto che non vuole che sia versato del sangue per consentirgli di prendere il potere che gli spetta legittimamente. Vuole prenderlo pacificamente, aspettando quel che ci sarà da aspettare. La Costa d'Avorio è una e indivisibile, la riunificazione del Paese avverrà senza che i militari rientrino in gioco.
Alberto Tundo