In fuga da Tokyo, in fuga dalla nuvola. I giapponesi sfollano come in tempo di guerra, ma c'è chi resta al suo posto perché crede, o vuole credere, a un governo per certi versi omertoso. Oppure perché non si può abbandonare l'azienda che ti dà il pane.
Il Sol Levante tira avanti tra emergenza, normalità ostentata e timori per il futuro.
Raggiungiamo Atsushi Shizumi, che vive a Tokyo.
Lei adesso dove si trova?
Abito a Tokyo ma oggi sono evacuato a Osaka da mia madre.
Puoi dirmi cosa sta succedendo a Tokyo?
A dire la verità non succede molto rispetto alla fuga radioattiva. Da ieri ci sono però dei black-out che interessano i quartieri a fasi alterne.
Va detto che in tv non se ne parla molto, è come se stesse succedendo una cosa poco grave. Se no si scatena il panico totale, tredici milioni di abitanti in fuga, orribile. Qualcuno però fugge. Oggi, sul mio treno c'erano soprattutto donne e bambini.
Il primo ministro Naoto Kan ha però finalmente riconosciuto che c'è un'emergenza.
Parla dell'annuncio di stamattina? Sì, è vero. Io comunque sono uno che non si fida del governo attuale. Ero già in treno per Osaka perché, per inciso, faccio la guida turistica agli italiani. Mi hanno cancellato un tour per oggi. Certo, nessuno vorrebbe venire in Giappone in questa frangente. Però sarei andato a lavorare se non fosse stato cancellato, come gli altri lavoratori della capitale.
D'altra parte sono cosciente della gravità della situazione. Da quando è successo, vivo in uno stato di malinconia.
Oltre alla malinconia, teme per il futuro?
Essendo una guida turistica, amo questo Paese. Per questo sono molto triste, sopratutto per il futuro del Giappone. Ma anche per me stesso.
A tutt'ora ci sono migliaia di persone senza acqua e viveri. Avrei voluto andare verso nord con beni di prima necessità, se non ci fosse stato il problema nucleare.
A nord vivono mio fratello maggiore e sua moglie. La la loro città è nella prefettura di Miyagi [quella più duramente colpita dal maremoto, ndr] ma all'entroterra, quindi sono salvi e con la casa intatta.
Però non hanno elettricità e ci sono pochi alimentari in vendita. Per fare una minima spesa sono costretti a tre ore di fila. Tante altre persone stanno in una situazione molto peggiore.
Come vivono l'emergenza nucleare?
Senza tv sono poco informati. Già con la tv, come dicevo prima, c'è poca informazione. Io gli ho suggerito di dotarsi della prevenzione minima.
Sa, adesso possono morire anche i sopravvissuti al terremoto, bisogna che funzionino meglio i rifornimenti di prima necessità.
Per il momento la parte settentrionale non è collegata né con i mezzi pubblici né con strade.
Ritiene che il governo non dica la verità?
Non lo so, però stanno nascondendo qualcosa e ci forniscono informazioni col contagocce, per non creare panico.
Solo che ogni volta che dichiarano "quello che sta succedendo non è un problema e non c'è pericolo", salta subito fuori un'emergenza, di cui poi riferiscono alla conferenza stampa successiva. Così dicono: "Stiamo ponendoci rimedio" oppure "la esamineremo con cautela". Insomma, quando succede qualcosa affermano che siamo al sicuro, idem alla conferenza stampa successiva, ma di fatto la situazione sta peggiorando di giorno in giorno.
A Tokyo come si comporta la gente?
I lavoratori sono indotti alla normalità. Se il governo dice " siete al sicuro", le imprese per cui lavorano non diranno mai "siete in pericolo, scappatevene subito". Così loro continuano a svolgere il proprio ruolo nella società. Non dare fastidio agli altri fa parte della filosofia dei giapponesi. Ne sono fiero, ma questa volta non è una cosa buona.
Poi, qualunque cosa succeda, dobbiamo fare i conti con la nostra vita. Se scappi contro il volere della tua ditta, non potrai più ritornare al tuo posto di lavoro. Non è facile andarsene, per i lavoratori.
E lei quando pensa di tornare a Tokyo? O meglio: come vede il suo futuro?
Anche io, come tutti, devo vivere questa vita. Se si risolve tutto bene ci tornerò subito. Temo però che il lavoro sarà un problema, perché non credo che arriveranno molti turisti stranieri.
Se avrò tempo libero vorrei dedicarmi al volontariato. La nostra vita diventerà molto più dura ma, ancora una volta, è la vita che dobbiamo vivere. Credo che ce la faremo come hanno fatto i giapponesi sconfitti dopo la guerra. Vi dimostreremo ancora una volta come sono fatti i giapponesi.
Gabriele Battaglia