22/08/2011versione stampabilestampainvia paginainvia



La struttura turistica del Monte Kumgang, costruito negli anni della “Sunshine policy”, era il simbolo della riappacificazione tra i due Paesi

Pyongyang ha intimato ai sud-coreani che lavorano in un resort turistico situato al nord di abbandonare il luogo entro 72 ore. Si inasprisce così la disputa attorno al complesso turistico del Monte Kumgang, una volta il simbolo del riavvicinamento e della cooperazione tra i due Paesi.

Inaugurato nel 1998 in pieno clima di quella "Sunshine policy" che per Seul fu un tentativo di riavvicinamento con il Nord, il resort fu costruito in terra nord-coreana con capitali del Sud. Con l'elezione del presidente conservatore Lee Myung-bak nel 2008, però, quel periodo finì. Nello stesso anno, il resort venne chiuso dopo che un soldato nord-coreano sparò, uccidendolo, contro un turista del Sud. Seul aveva in seguito fatto sapere che non avrebbe acconsentito a tornare sui suoi passi, fino a che il vicino settentrionale non avesse abbandonato il suo programma nucleare.

Recentemente i rapporti tra i due Paesi sono peggiorati. Con l'ultimatum di oggi, Pyongyang dimostra di non essere intenzionata a a cedere di un millimetro sulla questione del resort. In ballo ci sono ingenti interessi economici da entrambe le parti. Il regime nord-coreano ha dichiarato di avere l'intenzione di disporre legalmente del patrimonio sud-coreano del resort - circa 285 milioni di dollari. Dal canto suo, Seul ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di accettare l'ultimatum.