02/11/2011versione stampabilestampainvia paginainvia



Bruxelles non si fida dopo che Papandreu ha indetto il referendum. Il rischio è che le casse del Paese si svuotino entro fine dicembre

"Per come stanno le cose non ci sono le condizioni per pagare la sesta tranche del piano di salvataggio per la Grecia ". È questa la rivelazione che una fonte di Bruxelles confida a La Stampa. Se questa voce fosse corretta, Atene rischia di trovarsi le casse prosciugate entro fine anno. La "sesta tranche", infatti, prevede un pacchetto di altri 8 miliardi di euro, già approvato dall'Unione europea ma che ancora attende il placet del Fondo monetario internazionale.

"Il governo greco deve essere chiaro - affermano le fonti -. Deve dire se è pronto o no a rispettare i patti siglati a Bruxelles". Il dubbio che Georges Papandreu non sia in grado di mantenere la parola data è nato in seguito alla dichiarazione di ieri del premier greco, il quale ha indetto un referendum per approvare le misure d'austerità tra dicembre e gennaio. La notizia ha provocato un dissesto delle borse mondiali: Piazza Affari è andata sotto del 6,8 percento.

La convinzione di Bruxelles è che Papandreu "debba fare il referendum subito oppure non farlo". Finché non sarà certa la decisione di Atene, infatti, il pacchetto di aiuti è congelato. E se il premier socialista rischia di uscire dalla consultazione popolare con le ossa rotte, allora l'Europa suggerisce di fare spazio a un nuovo governo di coalizione. Altrimenti, il default è scontato.

 

Parole chiave: papandreu, grecia, bruxelles, ue, fmi
Categoria: Politica, Economia
Luogo: Grecia