Ieri a Firenze la violenza razzista di un cane sciolto ma contiguo all'estremismo di destra. Oggi la retata a Roma di membri dell'organizzazione Militia. L'emergenza neofascista nelle parole di Saverio Ferrari, responsabile dell’osservatorio democratico sulle nuove destre
Ferrari, è solo circostanziale l'arresto di alcuni membri di Militia organizzazione fascista romana, per associazione a delinquere e apologia del fascismo, il giorno dopo gli omicidi di Firenze?
Non saprei dare una risposta precisa, perché l'indagine è durata oltre un anno e mezzo. Mi pare una forzatura, comunque, ritenere che proprio il giorno dopo si faccia una cosa del genere. Era un'inchiesta in dirittura d'arrivo, e direi che sono due cose indipendenti. Il gruppo di Maurizio Boccacci, Militia, opera da molti anni, è violentemente antisemita che accomuna dentro lo stesso mazzo dal sindaco di Roma sino al presidente del Senato Schifani, che non fa mistero di avere questa impostazione. Attacca manifesti col fascio littorio stilizzato e se la prende letteralmente con gli ebrei, compie sicuramente un reato, dopodiché le conseguenze possono essere più o meno gravi, e per molti versi inevitabili. Ed è meglio che siano inevitabili, cioè logicamente connesse alle loro idee, perché così le istituzioni possono intervenire.
Spesso mancano gli strumenti, anche culturali, per poter indagare questo tipo di realtà, l'estremismo di destra, perché è clandestina, sotterranea, difficilmente controllabile. Quanto è possibile scindere l'ideologia dal gesto di un pazzo, nei fatti di Firenze?
Io non considero Casseri un pazzo. Come non considero un pazzo Breivik. Considero questi personaggi il prodotto di un certo ambiente. Se l'ambiente in cui si cresce è fatto di odio, razzismo e violenza, non è che poi se qualcuno la pratica è un matto, ma uno che porta alle estreme conseguenze contenute e ideologie che hanno portato ben di peggio. Si possono definire in altro modo, dei lupi solitari, che ritengono di rappresentare un ambiente, una comunità dell'odio e del rancore che lì si è accumulato. Sono punte estreme di un certo ambiente. Parliamo della Norvegia e di Firenze, ma in Germania si è visto cosa è successo: anche quelli erano matti? Dal 200 al 2007 hanno ucciso extracomunitari e non solo. Credo che invece che questa storia sia inscritta in un contesto. La trasformazione della nostra società in società multietnica produce reazioni. Questi, da lupi solitari, lo fanno attraverso il rifiuto totale e attraverso l'omicidio.
Parallelamente alla trasformazione della nostra società, si è avuta anche una metamorfosi nei movimenti di estrema destra negli ultimi dieci anni?
Politicamente, in Italia, la metamorfosi comincia quindici anni fa, quando l'Msi diventa Alleanza Nazionale. Questo passaggio per certi versi chiude con i riferimenti al fascismo e alla Repubblica Sociale Italiana. Ha inizialmente successo, perchè la quasi totalità degli aderenti al Msi si riconosce. Ma alcuni, minoranze interne che considerano il passaggio ad An uno snaturamento, si riaggregano in gruppi residuali, il leader è Pino Rauti con la Fiamma Tricolore. Questi non sono solo nostalgici del vecchio Msi di Almirante, ma spostano, per storia e composizione, il discorso inclinandolo pericolosamente verso il neonazismo. Le correnti che si riaggregano erano, non a caso, anche minoranze interne, che venivano da Ordine Nuovo, dall'esperienza di Avanguardia Nazionale, da Lotta di Popolo, Europa e Civiltà, ovvero formazioni che erano più neonaziste che neofasciste. Questa è una evoluzione, una nuova identità, che oggi è sotto gli occhi di tutti. Un'identità più radicale, che guarda con simpatia l'esperienza del nazismo, le loro simbologie, le figure che hanno fatto quella storia. Se uno ha in testa queste cose, ecco che nascono movimenti, gruppi, circoli, associazioni, che danno la caccia agli immigrati. Negli ultimi anni le aggressioni sono state decine. E non sono solo aggressioni politiche, ma nei confronti dei più deboli della società. Si cresce là dentro, si va magari un po' in curva, nella sezione di Casa Pound, e si finisce a menare le mani. Nelle organizzazioni di estrema destra oggi si guarda alle palestre, e non alle biblioteche.
Anche quella di Militia era una palestra, la Palestra popolare Primo Carnera.
Sì, ma non solo palestre, anche luoghi aperti al pubblico. L'Arena di Verona ha denunciato che ultimamente un centinaio di militanti di Forza Nuova ha fatto una manifestazione di come si devono tenere le piazze e come ci si deve muovere insieme, collettivamente organizzati, rieditando vecchi servizi d'ordine. Questa cosa non succede solo in quella città. C'è una tendenza a occupare le piazze. L'esaltazione non passa più attraverso convegni, seminari, manifesti politici, ma attraverso lo sfoggio della virilità, della forza fisica.
E anche attraverso gli stadi.
Sì, ma negli stadi non si fa politica. Non sono le curve che creano proselitismo, sono un terreno però favorevole per lanciare slogan, veicolare contenuti e posizioni, non luoghi da cui escono militanti. Non è che si va in curva e poi si prosegue nella sezione del partitino politico, del circoletto di periferia. In curva si fanno affari, più che altro, sono terreno di coltura delle organizzazioni criminali. Un ultrà può essere violento, ma non necessariamente si diventa militanti politici violenti a seguito dell'esperienza maturata in curva.
Luca Galassi