30/11/2005versione stampabilestampainvia paginainvia



In Paraguay la proliferazione delle armi leggere preoccupa
 
Secondo un rapporto del Banco Interamericano de Desarrollo, in tutto il continente latino-americano, ogni anno, si verificano 140mila casi di omicidio. Gli effetti causati da questi delitti equivalgono a quelli determinati della peggiore delle guerre.
La mancanza di controllo dell’uso e della vendita indiscriminata delle armi è un gravissimo problema sociale, sia in Paraguay che nel resto dell’America Latina.
 
Il simbolo della campagna di Amnesty InternationalArmi e violenza. “La violenza armata crea disagio sociale e un gran numero di atti criminosi”, fanno sapere da Asuncion, precisamente dalla sede di Amnesty International Paraguay. Si calcola che circa 28 milioni di famiglie, ogni anno, siano sottoposte a rapine a mano armata o in qualche modo abbiano a che fare con un’arma, ma il dato che sconvolge maggiormente è rappresentato dalle oltre 500mila persone che annualmente perdono la vita in seguito a ferite da arma da fuoco. Amnesty International Paraguay ha fatto sapere che la percentuale di delitti dovuti all’utilizzo di armi leggere, nella maggior parte dei casi non dichiarate, provenienti dal mercato clandestino, è di cinque volte superiore in America Latina rispetto al resto del mondo. Ma questi strumenti di offesa in sè non sono causa di violenza, sono solo il mezzo con il quale la violenza si manifesta e che in determinati angoli del mondo alimenta i conflitti.
Il principale obiettivo della conferenza organizzata da Amnesty International Paraguay, al quale parteciperanno diversi rappresentanti dei Paesi che fanno parte del Mercosur, è quello di rafforzare e ampliare le conoscenze e le capacità dei rappresentanti delle organizzazioni non governative che lavorano nell'ambito del ‘controllo e del disarmo’, attraverso un processo di istruzione specializzato.
 
Colpo di arma da fuocoUn trattato per le armi. Ci si attende, ad esempio, che, nell’estate del 2006 i governi di tutto il mondo possano organizzare una conferenza alle Nazioni Unite e si mettano a discutere dei diversi problemi causati dalla vendita irresponsabile di armi.
Dalla volontà di cambiare le cose, o almeno di provare a regolamentarle, è nata l’idea della campagna “Armas bajo Control”, che inizierà il prossimo 2 dicembre e che, come dice il testo stesso di Amnesty International, è cresciuta con la volontà di chiedere un controllo più stretto sulla proliferazione delle armi. “La mancanza di controllo sul commercio di armi riaccende i conflitti, fa aumentare la povertà e gli abusi contro i diritti umani - dichiarano da Amnesty –. Tutti i governi del mondo sono responsabili, e le cose non possono andare avanti così. Chiediamo un trattato internazionale sul commercio di armi, e chiediamo anche azioni locali, mirate, che proteggano la popolazione civile della violenza armata”. All’incontro parteciperanno i rappresentanti della società civile di molti paesi dell’America Latina e diverse organizzazioni non governative che si occupano di combattere la proliferazione delle armi, come ad esempio la Fondazione Arias che, in Costa Rica, porta avanti diverse campagne su questo tema, oppure il Servicio De Paz y Justicia (SERPAJ), che arriverà direttamente dall'Ecuador o ancora, dal Brasile arriveranno i rappresentanti dell’ Instituto Sou Da Paz y Viva Río.
 
Stop alle armiTripla Frontiera. Non si può non parlare di tripla frontera (quella parte di America Latina dove confluiscono tre fontiere: Brasile, Argentina e Paraguay), quando si parla di commercio di armi in Paraguay. A Ciudad del Este, che si trova sulla Tripla Frontera e che inizialmente doveva essere la città che ospitava l’incontro voluto da Amnesty International, pare che il traffico di armi sia lievitato in maniera esponenziale nel corso degli ultimi 20 anni. Corruzione e violenza si sono intrecciate facilmente da queste parti, facendo diventare la regione un enorme centro commerciale del contrabbando di ogni genere di merce, dalle armi leggere alla droga, passando per il traffico di organi umani e la falsificazione di ogni oggetto, con preoccupazione dei governi locali. “Effettivamente le armi in circolazione sono moltissime e il loro uso quasi una circostanza normale. Soprattutto qui in Paraguay. D’altronde è difficile far capire ad un europeo come si vive da queste parti, dove non c’è una democrazia vera e le armi abbondano ovunque. Soprattutto quelle illecite e non dichiarate” dicono i rappresentanti di Amnesty Paraguay. Appuntamento quindi a sabato 3 dicembre ad Asuncion, dove, forse, si inizieranno a mettere i paletti per un futuro diverso, che non contempli la proliferazione delle armi. 
 
 
 
 
 

Alessandro Grandi

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