Cuba e Usa si sfidano a colpi di cartelloni. Per augurarsi buon Natale e felice anno
E’ tutto pronto per il Natale 2004, anche all’Havana. Gli addobbi nelle case e per le strade sono quasi ultimati. Sui cartelloni appesi nelle tiendas, i negozi cubani, si vede Babbo Natale che guida la slitta trainata dalle renne
e la neve che cade copiosa su pini di montagna, anche se questa parte del mondo
è baciata dal sole caldo per trecentosessantacinque giorni all’anno.
I turisti che camminano lungo il Malecon, il meraviglioso lungomare della capitale,
si trovano però davanti ad un altro spettacolo piuttosto stravagante. In una sorta di scambio di scaramucce fra due tifoserie calcistiche prima di
una partita, molto simile nei toni agli scambi di scorrettezze fra Don Camillo
e Peppone, la rappresentanza diplomatica statunitense e le autorità castriste
si stanno combattendo a colpi di coreografie.
Botta. Per augurare un buon Natale a tutti i cittadini dell’Havana, l'ambasciata Usa
ha esposto, in prossimità del suo palazzo lungo il Malecon, degli addobbi natalizi
molto luminosi con al centro il numero 75: un riferimento alle persone arrestate
dal governo cubano lo scorso anno, alcune delle quali liberate in queste settimane
(fra loro il poeta Raul Rivero).
Risposta. La replica non si è fatta attendere. Le autorità della capitale a loro volta hanno fatto allestire, proprio di fronte all’edificio Usa (ma anche di fronte
all’uscita secondaria), degli enormi cartelloni che riportavano la foto di alcuni
soldati americani che sottoponevano a perquisizione e minacciavano con i fucili
dei bambini iracheni e la scritta "Buon Natale". Non solo. I manifesti esposti
davanti all’uscita secondaria riportavano un’immagine dei prigionieri di Abu Ghraib,
una svastica e la scritta "fascistas made in Usa". Un botta e risposta da match di pugilato.
Le reazioni. Lunedì 20 dicembre, oltre cinquemila persone hanno manifestato davanti alla casa
diplomatica statunitense contro James Cason, il rappresentante degli interessi
Usa a Cuba, e la sua idea di addobbare il palazzo statunitense con i riferimenti
ai settantacinque cubani arrestati lo scorso anno. I rappresentanti di vari gruppi
giovanili e i rappresentanti delle associazioni studentesche universitarie cubane,
hanno criticato aspramente l’operato di James Cason definendolo un provocatore.
Secondo quanto affermato da Julio Martinez, presidente dell’Unione dei giovani
comunisti cubani "le manifestazioni davanti agli uffici della rappresentanza diplomatica
Usa all’Havana sono un chiaro segno contro la politica aggressiva e prepotente
del Signor Cason"
James Cason, che cura gli interessi per conto degli Usa a Cuba, ha fatto sapere
che gli ornamenti natalizi resteranno dove sono fino al termine delle festività,
"Le torture ad Abu Graib - ha detto - sono state definite indegne dal presidente
Bush pubblicamente. Castro non ha fatto lo stesso per gli arresti dei 75".
Secondo un portavoce del governo dell’Havana, è stato giusto organizzare un’esercitazione
militare (che ha coinvolto nei giorni scorsi circa quattro milioni di abitanti
dell’isola caraibica) per cautelarsi dalla politica aggressiva che gli Usa continuano
ad adottare nei confronti di Cuba.