22/12/2004versione stampabilestampainvia paginainvia



Cuba e Usa si sfidano a colpi di cartelloni. Per augurarsi buon Natale e felice anno
  I cartelloni lungo il Malecon dell'Havana
E’ tutto pronto per il Natale 2004, anche all’Havana. Gli  addobbi nelle case e per le strade sono quasi ultimati. Sui cartelloni appesi nelle tiendas, i negozi cubani, si vede Babbo Natale che guida la slitta trainata dalle renne e la neve che cade copiosa su pini di montagna, anche se questa parte del mondo è baciata dal sole caldo per trecentosessantacinque giorni all’anno.
I turisti che camminano lungo il Malecon, il meraviglioso lungomare della capitale, si trovano però davanti ad un altro spettacolo piuttosto stravagante.
In una sorta di scambio di scaramucce fra due tifoserie calcistiche prima di una partita, molto simile nei toni agli scambi di scorrettezze fra Don Camillo e Peppone, la rappresentanza diplomatica statunitense e le autorità castriste si stanno combattendo a colpi di coreografie.
 
Il cartellone di natale dell'ambasciata UsaBotta. Per augurare un buon Natale a tutti i cittadini dell’Havana, l'ambasciata Usa ha esposto, in prossimità del suo palazzo lungo il Malecon, degli addobbi natalizi molto luminosi con al centro il numero 75: un riferimento alle persone arrestate dal governo cubano lo scorso anno, alcune delle quali liberate in queste settimane (fra loro il poeta Raul Rivero).
  
 Risposta. La replica non si è fatta attendere. Le autorità della capitale a loro volta hanno fatto allestire, proprio di fronte all’edificio Usa (ma anche di fronte all’uscita secondaria), degli enormi cartelloni che riportavano la foto di alcuni soldati americani che sottoponevano a perquisizione e minacciavano con i fucili dei bambini iracheni e la scritta "Buon Natale". Non solo. I manifesti esposti davanti all’uscita secondaria riportavano un’immagine dei prigionieri di Abu Ghraib, una svastica e la scritta "fascistas made in Usa". Un botta e risposta da match di pugilato.
 
I cartelloni di propagandaLe reazioni. Lunedì 20 dicembre, oltre cinquemila persone hanno manifestato davanti alla casa diplomatica statunitense contro James Cason, il rappresentante degli interessi Usa a Cuba, e la sua idea di addobbare il palazzo statunitense con i riferimenti ai settantacinque cubani arrestati lo scorso anno. I rappresentanti di vari gruppi giovanili e i rappresentanti delle associazioni studentesche universitarie cubane, hanno criticato aspramente l’operato di James Cason definendolo un provocatore. Secondo quanto affermato da Julio Martinez, presidente dell’Unione dei giovani comunisti cubani "le manifestazioni davanti agli uffici della rappresentanza diplomatica Usa all’Havana sono un chiaro segno contro la politica aggressiva e prepotente del Signor Cason" 
James Cason, che cura gli interessi per conto degli Usa a Cuba, ha fatto sapere che gli ornamenti natalizi resteranno dove sono fino al termine delle festività, "Le torture ad Abu Graib - ha detto - sono state definite indegne dal presidente Bush pubblicamente. Castro non ha fatto lo stesso per gli arresti dei 75".
Secondo un portavoce del governo dell’Havana, è stato giusto organizzare un’esercitazione militare (che ha coinvolto nei giorni scorsi circa quattro milioni di abitanti dell’isola caraibica) per cautelarsi dalla politica aggressiva che gli Usa continuano ad adottare nei confronti di Cuba.

Alessandro Grandi

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