I nostri deputati rimandati a settembre sul Diritto d'asilo. In Italia, caso unico nella Ue, manca una legge per gli asilanti
Rimandati sul diritto d’asilo. I nostri parlamentari, se dovessero presentare
una loro pagella prima delle ferie estive, in materia di ‘Migranti e richiedenti
asilo’, dovrebbero recuperare parecchi crediti formativi. Siamo infatti l’unica
nazione tra le 27 dell’Unione europea a non avere una legge sul diritto d’asilo.
Un interpello. Sul trattamento dei migranti ci sono domande da porsi, che la parlamentare Mercedes
Frias ha presentato
nei giorni scorsi un’interpellanza parlamentare alla Camera (
interpellanza 2/00623). Firmata da 33 deputati, chiedeva chiarimenti al ministro dell’Interno su trattamento
dei migranti e attività dell’agenzia europea
Frontex, creata da Bruxelles per contrastare le migrazioni clandestine.
Un fenomeno che, come testimonia
Fortress Europe, ha contato 9.200 vittime negli ultimi 13 anni, che han trovato la morte nel
dare l’assalto alla ‘Fortezza Europa’. L’interpellanza di Frias parte proprio
dall’alto numero di morti per analizzare anche il fallimento della politica di
militarizzazione dei confini che ha caratterizzato Frontex, come pure la partecipazione
ai dispositivi anticlandestini di Paesi che non hanno mai ratificato la Convenzione
di Ginevra sui richiedenti asilo, come la Libia.
Intanto, a Lussemburgo… Lo scorso 12 giugno i ministri degli Interni Ue si sono riuniti in Lussemburgo
per discutere di come potenziare Frontex. Il ministro maltese Tonio Borg ha detto
che il suo piccolo Paese non poteva sostenere da solo l’arrivo di un migliaio
di migranti l’anno: 350 a Malta da gennaio, di cui 250 nella prima metà di giugno.
“Ogni anno 600 persone muoiono sulla soglia d’Europa – ha detto Borg – è inconcepibile
avere una tragedia del genere in casa senza che nessuno faccia nulla. Da parte
degli altri Paesi riscontro disinteresse se non boicottaggio”. Il maltese ha chiesto
più aiuti agli altri Paesi. Il summit si è concluso senza nessuna nota ufficiale
sui mezzi da destinare a Malta Cipro Italia e Spagna, che si erano lamentati verso
il resto della Comunità. Intanto Malta non riesce nemmeno a stabilire quali siano
le sue acque: la Valletta vuole allargare l'estensione delle proprie acque territoriali,
per riservarsi il dovere di salvare quanti più clandestini, ma soprattutto anche
il diritto di rimandarne in Libia quanti più possibile.
Decisioni accellerate dalla cronaca. Cinque giorni prima, al largo di Malta,
erano stati recuperati sei giovani sub sahariani aggrappati alle maglie di una
rete per tonni. Uno di loro ha detto: “Eravamo in 26 in barca, ci siamo ribaltati
in pieno mare”. La carretta si è inabissata 75 miglia a sud di Malta.
Istat, Ocse dixit Nel 2006 le richieste d’asilo in Italia sono state il 9 percento in più rispetto
al 2005, in controtendenza rispetto al resto d’Europa, che segna meno 53 percento
rispetto al 2002. Sono stati 10 mila i richiedenti asilo, un quinto eritrei. Una
richiesta su due viene analizzata dalle commissioni territoriali di Foggia e Crotone.
I tempi d’attesa in Italia sono diminuiti: il 90 percento delle domande viene
evaso entro l’anno. A Milano il 51 percento delle domande viene respinto. Gli
esiti sono in generale poco incoraggianti: al 9,5 percento viene riconosciuta
la condizione di asilante, il 47 percento passa nel limbo della ''protezione umanitaria'',
per il 40 percento c’è un semplice 'No'. Nel resto del mondo ricco le domande
'iasilo sono in calo, il 15 percento in meno rispetto al 2005, secondo il rapporto
annuale dell'Organizzazione di Cooperazione economica. Dal rapporto Ocse del 25
giugno si evince come i clandestini sono l'1 percento della popolazione europea.
Anci pensiamo noi. Per fortuna che ci sono i Comuni italiani. Il Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati dell’Anci ha accolto nel 2006 5.347 persone. Il 20 percento
in più rispetto al 2005, secondo il rapporto annuale redatto da Anci e Cesis,
presentato due settimane or sono. A beneficiare del sistema sono soprattutto maschi
(71 percento) tra i 26 e i 30 (24 percento), da 75 Paesi diversi; il 67 percento
viene dall’Africa, con in testa Eritrea Etiopia Togo e Somalia.