Le riunioni del G8 o quelle del World Economic Forum di Davos sono oggetto di
grande attenzione da parte dei mass media e dei movimenti no-global.
Quelle della Commissione Trilaterale, assai più importanti per le sorti del mondo,
avvengono invece nel silenzio mediatico più totale. Nessuno se ne accorge, nessuno
ne parla, nessuno protesta contro questo organo privato di concertazione e orientamento
della politica mondiale che riunisce l’élite politico-economica di Stati Uniti,
Europa e Giappone (da cui il nome): duecento tra capi di Stato e di governo, ministri,
grandi banchieri, manager delle più grandi multinazionali, economisti, militari
si riuniscono ogni anno per quattro giorni in una città della triade, per decidere
a porte chiuse le linee guida di politica internazionale ed economica che i singoli
governi devono poi seguire.
Quest’anno la riunione si tiene a Washington. I lavori, iniziati il 25 aprile,
si sono conclusi lunedì.
Il governo mondiale dei ‘migliori’. La Commissione Trilaterale è stata fondata nel 1973 dall’attuale presidente
onorario dell’organizzazione, David Rockefeller, patriarca della potente dinastia
bancaria e convinto ‘mondialista’, assieme a Zbigniew Brzezinski, uno dei principali
architetti della guerra al terrorismo post-11 settembre, oggi consigliere di Barak
Obama.
La stampa statunitense dell’epoca definì la Tilaterale una “filiazione diretta”
del
Gruppo Bilderberg, società segreta internazionale di cui condivide membri e ideologia: quella
di un ordine mondiale gestito da una ristretta aristocrazia economico-politica
soprannazionale.
Scrive il filosofo e sociologo francese Gilbert Larochelle, “la cittadella trilaterale
è un luogo protetto dove i ‘migliori’, nella loro ispirata superiorità, elaborano
criteri per poi inviarli verso il basso”.
Una sorta di massoneria internazionale. La Trilaterale non è un’organizzazione segreta, ma è caratterizzata dalla riservatezza
tipica delle organizzazioni massoniche.
Ha un
sito web molto discreto dove si trovano luoghi e date delle riunioni e dove si possono
ordinare i ‘Trialoghi’, gli atti pubblici di quelle riunioni – che però, lo ricordiamo,
si svolgono a porte chiuse.
La maggiore riservatezza riguarda i suoi membri: le liste aggiornate dei partecipanti
sono pubbliche solo in teoria: noi l’abbiamo richiesta tempo fa, senza avere risposta.
Sono note solo quelle degli anni passati (vedi sotto l’elenco degli italiani).
Linee guida per la politica mondiale. Dai Trialoghi pubblicati finora emerge che nelle riunioni della Trilaterale
si prendono decisioni ‘quadro’ in materia di globalizzazione dei mercati, politica
energetica, finanza internazionale, liberalizzazione delle economie. Ma si discute
anche crisi internazionali e guerre, gestione del dissenso e limitazione degli
“eccessi della democrazia”. Il tema dipende dalle contingenze storiche.
Ad esempio, dopo gli attentati dell’11 settembre, la riunione annuale del 2002
fu dominata da Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Colin Powell e Alan Greenspan che
sollecitavano una “risposta globale” al terrorismo che vedesse impegnati tutti
i Paesi occidentali sotto la guida degli Stati Uniti.
I saggi illuminati. Politica estera e militare, economica, finanziaria e sociale di ogni governo
devono seguire le direttive imposte da questi ‘esperti’.
Su Le Monde Diplomatique del novembre 2003, l’autore di un articolo sulla Commissione Trilaterale – il
professore Olivier Boiral – scriveva: “Come i re filosofi della città platonica,
che contemplavano il mondo delle idee per infondere la loro trascendente saggezza
nella gestione degli affari terrestri, l’élite che si riunisce all’interno di
questa istituzione molto poco democratica si adopera nel definire i criteri di
un ‘buon governo’ internazionale. Veicola un ideale platonico di ordine e controllo,
assicurato da una classe privilegiata di tecnocrati che mette la propria competenza
e la propria esperienza al di sopra delle profane rivendicazioni dei semplici
cittadini”.