La repubblica centroasiatica del Turkmenistan ha scoperto di possedere uno dei
giacimenti di gas naturale più grandi del pianeta.
Yoloten-Osman, vicino al confine afgano. La scorsa settimana la società di consulenza britannica Gaffney, Cline &
Associates (Gca), chiamata dal governo del Ashgabat a dare un parere indipendente
sulla consistenza dei giacimenti di gas turkmeni, la scorsa settimana ha annunciato
che quello di Yoloten-Osman, nel sudest del Pasese, vicino al confine con l'Afghanistan,
contiene almeno 6-7 mila miliardi di metri cubi di gas, forse addirittura il doppio.
Ciò farebbe del Turkmenistan la terza potenza gasifera del mondo dopo Russia e
Iran, o magari anche la seconda.
Si rianima la corsa al gas turkmeno. La notizia ha fatto saltare sulla sedia i dirigenti delle compagnie petrolifere
del pianeta che da tempo si contendono il gas turkmeno, ma che mai avrebbero immaginato
che la posta in gioco fosse così alta.
Dopo la morte, due anni fa, del padre-padrone del Turkenistan Saparmurat Niyazov,
il suo successore Gurbanguly Berdymukhamedov ha messo fine al duopolio russo-iraniano
sul gas turkmeno aprendo a Cina e Occidente, dando il via a un'accanita competizione.
L'Occidente in ritardo sulla Cina. Dal prossimo anno i cinesi succhieranno il gas turkmeno del giacimento di Bagtyyarlyk,
nell'est del Paese, attraverso un gasdotto lungo 7 mila chilometri attualmente
in costruzione.
Gli statunitensi e gli europei, invece, ancora non sono riusciti a convincere
il Turkmenistan a pompare il suo gas nel futuro gasdotto Nabucco (Turchia - Bulgaria
- Romania - Ungheria - Austria)
collegandosi alla pipeline trancaspica (Azerbaigian - Georgia - Turchia).
Ma per l'Occidente, deciso a tagliar fuori la Russia da questa partita, la sorpresa
del megagiacimento di Yoloten-Osman ha aperto, anzi riaperto, un'allettante soluzione
alternativa.
Rispunta il gasdotto transafgano. Alla fine degli anni Novanta gli Stati Uniti volevano costruire una pipeline
per portare il gas del modesto giacimento turkmeno di Daulatabad fino in Pakistan
e in India, attraverso l'Afghanistan occidentale (via Herat e Kandahar).
Il progetto, poi abbandonato, torna adesso prepotentemente alla ribalta, visto
che il giacimento Yoloten-Osman, immensamente più ricco di quello di Daulatabad,
si trova anche molto più vicino (solo 250 chilometri) al confine afgano. Sarebbe
perfetto, se solo la Nato riuscisse a vincere la guerra in Afghanistan.