28/04/2010versione stampabilestampainvia paginainvia



Come Banksy a Londra, Talibanksy a Kabul: graffiti contro la guerra sui muri della capitale afgana

Finora gli afgani avevano solo un modo per protestare contro la guerra: scendere in strada e urlare la loro rabbia contro le truppe d'occupazione. Come hanno fatto a Logar domenica 25 aprile, all'indomani dell'ennesimo raid notturno delle forze speciali Usa, nel corso del quale erano stati uccisi due civili innocenti: centinaia di persone infuriate hanno bloccato la strada principale dando alle fiamme un convoglio di sedici autocisterne di carburante destinate a una vicina base americana.

A Kabul la protesta diventa arte. Ma, almeno a Kabul, la protesta sta assumendo un forma nuova.
Da alcuni mesi, elaborati graffiti contro la guerra e contro i suoi costi, in termini di vite umane e di denaro, stanno comparendo sui muri della capitale: soldati, blindati ed elicotteri stilizzati che minacciano bambini che scappano tenendosi per mano, papaveri da oppio, simboli del dollaro, sagome di guerriglieri talebani. E una scritta che ritorna: Cost of War.

I Talibanksy di Combat Communications. I writer autori di questi graffiti si firmano con la sigla Talibanksy, in omaggio al famoso vandalo-artista britannico Banksy. Agiscono di notte, a volto coperto. Sono afgani, ma dietro di loro c'è una crew di stranieri, la Combat Communications, i cui componenti però rimangono anonimi. Nell'unico messaggio diffuso, tramite un comunicato, si sono presentati come "un gruppo di artisti internazionali fondato l'anno scorso al solo scopo di promuovere la libera espressione" e intenzionato a dare "uno sfogo all'espressione artistica della gioventù afgana" per mezzo di una "grafica sociale e politica".

Anche sul muro dell'ospedale di Emergency. I graffiti stanno spuntando come funghi: sui ruderi dei palazzi in macerie, sui muri di cinta delle pacchiane ville fortificate dei signori della droga (massima espressione dell'orripilante 'narcotecture' afgana) e sulle barricate di cemento antikamikaze che soffocano ogni giorno di più le strade della capitale. Nemmeno l'ospedale di Emegency è sfuggito agli stencil dei Talibanksy: su un muro laterale spicca la scritta Cost of War con un punto di domanda e accanto la risposta: dei papaveri da oppio.

Enrico Piovesana

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