25/05/2011versione stampabilestampainvia paginainvia



Intervistato dal quotidiano peruviano La Republica, lo scrittore paventa il ritorno di un "fascismo di destra" e si schiera a favore del nazionalista Humala "vittima di una guerra sporca". Quasi 20 milioni i peruviani chiamati alle urne

"Non voglio che il mio Paese riviva una dittatura simile a quella degli anni Novanta". Queste le parole del premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa, intervistato dal giornale peruviano La Republica, cui dichiara che la vittoria alle presidenziali della candidata Keiko Fujimori, "porterebbe in Perù un nuovo fascismo di destra". Lo scrittore, favorevole alla candidatura del nazionalista Ollanta Humala, sostiene che il partito della Fujimori, Fuerza 2011, stia portando avanti una "guerra sporca" contro l'avversario, a dimostrazione del fatto che ha "paura" di perdere nello scontro diretto del 5 giugno.

Al contrario, secondo lo scrittore peruviano, la vittoria di Humala costituirebbe la vera svolta per il Perù, permettendogli di continuare "la linea economica e democratica che tanti benefici sta dando al Paese", nonostante le dure critiche di voler intraprendere "una nazionalizzazione su esempio di Chavez in Venezuela". Vargas Llosa non risparmia neanche i mezzi di comunicazione, a suo avviso ormai "privi di oggettività", e volti a "fomentare una campagna elettorale basata su falsità e calunnie". Quasi 20 milioni di peruviani sono chiamati alle urne dunque per decidere il successore di Alan Garcia. Una sfida che, stando ai sondaggi attuali, vede per ora in testa la candidata Fujimori.

 

 

Parole chiave: Perù, elezioni, Mario Vargas Llosa
Categoria: Elezioni, Politica, Popoli, Storia
Luogo: Perù