A fronte dell'inchiesta pubblicata dalla Commissione esterna del Bahrein, che attesterebbe un "uso eccessivo e ingiustificato della forza" da parte della polizia nelle proteste di febbraio e marzo, il re, Hamad Ben Issa al Khalifa, ha dichiarato che il governo "non tornerà mai più all'uso di pratiche inaccettabili" contro i civili che manifestano, aggiungendo di essere "grato" alla Commissione per aver segnalato gli abusi e le violazioni dei diritti dei cittadini: "Questo giorno segna una svolta storica" ha dichiarato il re.
Secondo quanto riferito dalla Commissione "la tortura è stata praticata in modo deliberato" e 35 persone, di cui cinque poliziotti, sono morte nelle violenze. Molti però dubitano della credibilità dei commissari, che secondo fonti, sarebbero stati designati dallo stesso Hamad Ben Issa al Khalifa.
Alcuni analisti lo hanno definito come un tentativo da parte del governo di rabbonire la popolazione, ma intanto continuano gli scontri nel Paese. Ad A'ali le forze dell'ordine hanno caricato contro i manifestanti sparando lacrimogeni, mentre attacchi sono stati lanciati contro una clinica di fortuna.
Fonti di Al Jazeera hanno testimoniato che le proteste sarebbero iniziate dopo che degli agenti avrebbero mandato fuori strada un uomo con il proprio veicolo, causandone la morte.