Oltre 70 persone sono rimaste uccise e almeno 156 ferite nel corso dei combattimenti
tra miliziani islamisti e una milizia locale nella città di Kismayo, nel sud della
Somalia. Lo riferiscono testimoni e ufficiali del governo. I combattimenti a Kismayo
sono iniziato mercoledì e la maggior parte delle vittime sarebbero miliziani dell'una
o dell'altra fazione. Almeno dieci delle vittime, però, erano civili rimasti intrappolati
e uccisi dal fuoco incrociato. I corpi, secondo testimoni, giaciono ancora abbandonati
per le strade.

Queste violenze avvengono due giorni dopo la firma degli accordi (raggiunti lo
scorso giugno in Djibouti) tra il governo somalo e le opposizioni, ma per il momento
ai progressi politici non corrispondono altrettanti passi avanti per quanto riguarda
la sicurezza delle città. Il punto principale dell'accordo prevede la dislocazione
sul territorio di truppe delle Nazioni Unite entro due mesi, cosa che permetterebbe
il ritiro dalla somalia delle truppe etiopiche, giunte nel 2006 durante la cacciata
delle Corti Islamiche. Martedì scorso altri miliziani del gruppo chiamato Shabab
avevano attaccato con colpi di mortaio la residenza del presidente somalo Abdullahi
Yusuf e alcune postazioni dell'esercito. Colpi di artiglieria erano caduti anche
su un mercato e vicino a una moschea, uccidendo almeno 16 persone.