Gli scontri tra esercito e milizie ribelli hanno causato tra i 300 e i 350 mila sfollati solo negli ultimi mesi. Lo dice un rapporto dell'Internal Displacement Monitoring Center (Idmc), una autorevole Ong specializzata nel monitoraggio degli sfollamenti legati a un conflitto all'interno di un Paese.
Le regioni più colpite, secondo l'Idmc sono quelle del Somali e del Gambella: qui il gruppo ha riscontrato massicce violazioni dei diritti umani da parte delle forze governative ma anche delle milizie che combattono per l'autodeterminazione di alcune aree del Paese del Corno d'Africa.
Le formazioni più attive sono l'Ogaden National Liberation Army (Onla), emanazione dell'Ogaden national Liberation Front (Onlf) e l'Oromo Liberation Front, impegnate rispettivamente per l'autonomia di quelle che i guerriglieri chiamano Ogadenia e Oromia. Pesanti le accuse (difficilmente verificabili, precisa l'ong) contro l'esercito etiope, che avrebbe adottato la tecnica della terra bruciata, soprattutto contro l'Onla, radendo al suolo interi villaggi, bruciando persone e torturando i prigionieri. Ma testimonianze inchiodano alle loro responsabilità lo stesso Onla e anche l'Olf, accusato da molti etiopi di praticare uccisioni sommarie e di intimidire costantemente gli abitanti dell'area che non sostengono la causa dell'Oromia.
Il governo etiope pochi giorni fa ha annunciato la liberazione di 400 prigionieri dell'Onlf/Onla per cercare di tenere bassa la tensione nella regione.