18/11/2011versione stampabilestampainvia paginainvia



Sono in centinaia, armati fino ai denti. Il loro intento: ripulire le favelas dai narcos e renderle un posto degno del Brasile di oggi: gigante economico in piena ascesa

Il Brasile si prepara ormai da tempo agli appuntamenti con i Mondiali di Calcio (2014) e le Olimpiadi (2016), eppure le infrastrutture che ospiteranno a Rio de Janeiro questi grandi appuntamenti ancora non ci sono. Cos'è che frena un paese in piena crescita economica, con un Pil raddoppiato negli ultimi dieci anni? In primis, la corruzione pubblica patologica e la violenza, dato che qui avviene l'11 percento degli omicidi registrati nel mondo. E per rimediarle non basta il successo del Pil. Così, governo centrale e statale stanno principamente investendo sul processo così chiamato di "pulizia e riassestamento" dell'ordine pubblico. Un lavoro inaugurato da Ignacio Lula da Silva e proseguito con il vento in poppa da Dilma Rousseff. Ed è ormai diventato la norma, per le tante favelas che assediano le centinaia di chilometri quadrati intorno a Rio, vedersi piombare dal giorno alla notte poliziotti e militari con blindati ed elicotteri per ‘pacificare' l'area. Questa settimana è toccato alla Rochinha, una degli slum più malfamati della capitale carioca, dove le bande criminali hanno intrapreso - come accade spesso - una vera a propria guerra contro l'assedio militare. Qui ci vivono i più pericolosi boss del narcotraffico brasiliano e il territorio è loro. Non c'è potere statale che tenga. Loro la sovranità. Così per aggredire la piovra alla gola, le forze di pubblica sicurezza hanno costruito un'altra operazione antidroga micidiale, con migliaia di uomini, cannone e mitra. Con l'occasione si sono anche estesi nella favela di Vidigal e Chacará do Ceu.

È stata una vera invasione, seguita da vicino dagli inviati di molte Tv che non si sono persi lo storico blitz. A loro rischio e pericolo. Tanto che un operatore ha persino ripreso la sua morte, dopo essere stato ferito da una pallottola.
L'obiettivo dell'azione di polizia, espellere la criminalità. Dopo un'ora, a sentire la polizia, la Rocinha era nelle loro mani: 30 quartieri su 95 ettari. Duemila uomini hanno invece occupato la favela Vidigal, in cui dominavano "Gli amici degli amici".
Sequestrati quintali di cocaina, mitra, pistole 9mm, Kalasnhkov, bazooka e persino 2 piccoli blindati artigianali. Secondo le prime indagini, solo la banda Amici degli Amici fattura circa 40 milioni di euro all'anno per lo spaccio di droga.

Eppure, a sentire chi a Rio c'è nato e cresciuto, Roberto Dos Santos, educatore di una comunità, "quella della Rocinha é stata l'occupazione più tranquilla di tutti i tempi. Ma in realtà è così che sono solite agire le Upp (unità di polizia pacificatrice). In una prima fase - ci ha spiegato - si installa e rintraccia le armi nascoste dai trafficanti, cercando di catturare tutte le persone coinvolte nel narcotraffico della comunità. Quindi, una volta stabilito l'ordine, iniziano a installare vari servizi pubblici che prima erano resi impossibili dalla presenza del traffico. È ormai diventata la norma qui a Rio. Nessuna sorpresa. Tutto va come Lula aveva comandato".

 

Stella Spinelli

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