Londra spende 250 milioni di euro per la sicurezza. L'Italia assume un mercenario scozzese
La Gran Bretagna ha speso in compagnie di sicurezza un quarto dei finanziamenti
destinati alla ricostruzione in Iraq, gli Stati Uniti oltre un terzo. Lo rivela
il quotidiano britannico 'Guardian', mentre l'Italia affida il compito della difesa
dei civili alla 'Aegis', il cui fondatore Tim Spicer è un noto mercenario scozzese.
Provenienza oscura. La maggior parte del denaro stanziato dal ministero della Difesa britannico
(214 milioni di euro) è andato alle guardie armate che proteggono le strutture
britanniche nel Paese, mentre circa 30 milioni sono serviti per l'addestramento
della polizia e dei consulenti per la sicurezza del governo iracheno. A rivelare
l'entità delle spese di guerra è stato il ministro degli Esteri Kim Howells durante
la risposta a un'interrogazione parlamentare presentata da Norman Baker, liberaldemocratico.
"E' una montagna di denaro - ha riferito Baker - che mostra come la situazione
della sicurezza sia completamente fuori controllo. Un conto è far la guardia a
un'ambasciata, altro è reclutare persone che provengono da ambienti equivoci e
spesso oscuri. Chiediamo di sapere di più sul loro addestramento e sulle regole
d'ingaggio entro le quali operano". Che tali risorse sono stornate dal fondo per
la ricostruzione e per l'aiuto umanitario, che lo scorso anno ammontava a quasi
un miliardo di euro, è cosa risaputa in Gran Bretagna. E sebbene un libro bianco
sulla necessità di fornire regole certe e una cornice legale all'impiego dei 'private
contractors' sia stato elaborato in Gran Bretagna già 5 anni fa, l'azione politica
è rimasta ferma e nessuna legge è stata approvata in materia. I grandi beneficiari
dei quattrini britannici sono la compagnia newyorchese 'Kroll' e le inglesi ArmorGroup
e ControlRisks. Per la ArmorGroup, amministrata dal deputato conservatore Malcom
Rifkind, l'Iraq significa utili per 190 milioni di dollari, ovvero metà del proprio
bilancio.
Abusi da Far-West. Così, mentre in patria monta una pressione sempre più forte sul ritiro delle
truppe, la sensazione è che sul campo di battaglia il ruolo dell'esercito possa
venire gradualmente sostituito da tali compagini armate. I 'security contractors'
potrebbero portare ad accelerare un processo di 'privatizzazione' della guerra
che consentirebbe ai governi e agli eserciti di tirarsi fuori dalle situazioni
più pericolose, lasciando tuttavia aperta la 'questione morale' del loro impiego.
Una compagnia di contractors statunitense, la 'Custer Battles', pagata dal Pentagono
per condurre missioni pericolose a guardia di convogli per il rifornimento delle
truppe, entrò nell'occhio del ciclone due anni fa, quando quattro dei suoi stessi
dipendenti testimoniariono di aver assistito ad abusi ai danni dei civili. In
particolare, i contractor riferirono di aver assistito ad episodi brutali, come
sparatorie indiscriminate contro civili in fuga o deliberatamente schiacciati
da camion, episodi a seguito dei quali i quattro lasciarono l'incarico. Un'inchiesta
del Times ha calcolato che i 'security contractors' sono stati coinvolti in oltre
200 'incidenti' dal 2004 al 2005: 24 di questi sono state sparatorie contro passanti.
L'aumento dei costi per la sicurezza a spese di quelli destinati allo sviluppo
è anche il
leitmotiv dell'impegno statunitense in Iraq. Secondo le ultime valutazioni del Tesoro
Usa, il 34 per cento dei 15 miliardi di euro stanziati per la ricostruzione sono
stati dirottati in spese per la sicurezza, aumentando dai 3,3 miliardi del 2005
ai 4,7 del 2006.
Un esercito mercenario. Il contingente militare italiano ha ormai lasciato l'Iraq nel novembre 2006,
ma il personale civile, la cosiddetta Unità di sostegno alla ricostruzione, è
rimasto nel Paese. L'agenzia privata che il ministero degli Esteri ha scelto per
difendere i nostri tecnici è la britannica Aegis Defence Services. Verrà pagata
3 milioni di euro. Il fondatore, Tim Spicer è un veterano delle Falklands e ha
servito come colonnello nelle Guardie Scozzesi in Irlanda del Nord. I suoi uomini
furono responsabili dell'uccisione di un ragazzo cattolico disarmato nel 1992.
Spicer fu coinvolto nella soppressione della ribellione contro il governo di Papua
Nuova Guinea nel 1997 ('servizio' per il quale fu pagato 36 milioni di dollari)
e in un traffico d'armi, con violazione dell'embargo, in Sierra Leone nell'anno
successivo. Il governo statunitense lo assoldò nel 2004, pagandolo 293 milioni
di dollari, per coordinare la sicurezza di tutta la security nel Paese: 20 mila
uomini. Il più grande esercito occidentale in Iraq, dopo gli americani.