Le forze speciali italiane sempre più coinvolte nella guerra. Ma nessuno ne parla

Le polemiche sul sequestro Mastorigacomo e sul ruolo svolto da Emergency, la
vicenda di Rahmatullah Hanefi e la conseguente evacuazione del personale straniero
dell’Ong di Gino Strada: l’Afghanistan continua a dominare le prime pagine di
tutti i giornali e i titoli d’apertura di tutti i Tg, ma di quello che succede
laggiù, della guerra sempre più feroce che si combatte in Afghanistan, nessuno
parla.
E, soprattutto,
nessuno parla del sempre maggiore coinvolgimento bellico dei militari italiani
presenti nel paese, ormai pienamente coinvolti nei combattimenti, come dimostra
l’invio di mezzi militari ‘aggressivi’ come i carri armati cingolati Dardo e gli
elicotteri da attacco A-129 Mangusta.
“Si continuano a diffondere dettagli su tutte le consegne di viveri, quaderni,
penne e giocattoli nelle scuole e orfanotrofi di Herat ma nessuna notizia concreta
viene data sull’impiego bellico dei reparti. Su questo è calata una pesantissima
censura”, dice l’esperto militare Gianandrea Gaiani*, “proprio nel momento in
cui le nostre forze speciali sono sempre più attive nel contrasto alle penetrazioni
talebane nell’Afghanistan occidentale, come dimostrano i sempre più frequenti
scontri armati sostenuti dai nostri soldati”.

“Scontri per i quali viene fornita l’ormai trita versione ufficiale dei fatti:
attacchi di ‘elementi ostili’ che hanno aperto il fuoco sui nostri militari impegnati
in un ‘normale pattugliamento’. Ma le nostre forze speciali, come quelle di ogni
paese, non vengono impiegate in attività di ‘normale pattugliamento’, bensì in
attività di controinterdizione. Ciò significa che gli incursori del 9° reggimento
Col Moschin dell’Esercito e del Gruppo Operativo Incursori della Marina (reparti
che hanno avuto entrambi un ferito nell’ultima settimana) cercano, trovano e annientano
le forze talebane penetrate da sud nel settore italiano”.
“Numerose fonti, italiane e alleate – continua Gaiani – confermano anonimamente
che gli italiani, soprattutto le forze speciali, hanno affrontato combattimenti
in molte occasioni soprattutto nella provincia di Farah dove dal settembre scorso
si registra una crescente presenza talebana che ha subito un ulteriore incremento
nelle ultime settimane a causa dell’Operazione “Achille”.
Premendo da sud e da
ovest, le truppe anglo-americane, canadesi, olandesi e governative afgane stanno
spingendo il nemico a cercare scampo nel settore italiano con penetrazioni crescenti
a Farah, nella provincia di Ghor e nella parte meridionale di quella di Herat,
appunto a Shindand dove si è verificato l’ultimo scontro a fuoco”.