04/12/2007versione stampabilestampainvia paginainvia



Filippine, migliaia di indigeni cacciati dai loro villaggi
Almeno tremila indigeni Manobo sono fuggiti dai loro villaggi sulle montagne della provincia di Surigao del Sud, nella parte nord-orientale dell’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Sono scappati dall’esercito che ha occupato in forze le loro comunità. Cinquecento soldati del 58esimo battaglione di fanteria con mezzi corazzati e artiglieria pesante hanno invaso questa regione i primi di novembre per condurre un’offensiva contro le basi locali della guerriglia comunista del Nuovo Esercito Popolare (Npa).
 
Sfollati ManoboL'appello della Chiesa. Camminando per molti chilometri nella foresta, lunghe colonne di sfollati con le loro poche cose – uomini, donne, bambini e anziani – hanno cercato rifugio nelle cittadine della zona, in chiese e scuole. Ad assisterli sono diverse associazioni locali, laiche e religiose. Il reverendo cattolico Modesto Villasanta, direttore locale dell’associazione per i diritti umani Karapatan, ha chiesto all’esercito di interrompere le operazioni militari e consentire agli sfollati di ritornare alle loro case. “I militari devono cessare la loro offensiva e permettere a questa gente di tornare nei villaggi occupati almeno per Natale. Anche perché noi qui non abbiamo viveri a sufficienza per loro”.
 
Sfollati ManoboOffenisva contro l'Npa. L’esercito ha ordinato una massiccia offensiva contro le basi nell’Npa in tutta la parte orientale dell’isola di Mindanao, dove si concentrano le roccaforti locali dei guerriglieri comunisti che dagli anni Settanta, durante la dittatura di Marcos, combattono per l’instaurazione di un regime comunista e controllano molte zone rurali del Paese. Gli attacchi dei ribelli e le operazioni antiguerriglia dell’esercito e delle milizie civili come le Cafgu hanno prodotto fino a oggi oltre 40 mila morti, in gran parte guerriglieri e contadini delle comunità ‘rosse’ o comunque scomode per i progetti del governo. Spesso la guerra contro l’Npa è infatti solo la scusa per terrorizzare o sloggiare i contadini che si oppongono a progetti di sfruttamento del loro territorio.
 
Sfollati ManoboMiniere di oro e rame. L’occupazione dei villaggi dei Manobo rientra in questa logica, come spiega a PeaceReporter l’avvocato Antonio Azarcon, dell’Unione Avvocati Popolari di Mindanao (Uplm). “Tutti i villaggi occupati dall’esercito si trovano attorno alla Valle di Andap, dove alcune compagnie minerarie australiane stanno da tempo conducendo delle prospezioni per sfruttare i giacimenti di oro e rame di cui quella valle pare ricchissima. Le comunità indigene e contadine locali si sono opposte a questi progetti, hanno protestato contro il governatore locale e contro il governo di Manila. Con la scusa di attaccare i ribelli comunisti, che sono presenti in quella zona come in tante altre, il governo ha sgomberato i villaggi di chi protestava”.
 

Enrico Piovesana

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