Anche nell’ottobre 2004, per il tredicesimo anno di fila, l’Onu ha condannato il blocco economico Usa nei confronti di Cuba. Solo quattro nazioni
al mondo (contro centosettantanove), Stati Uniti, Israele, Isole Marshall e Isole
Palau si sono pronunciate a favore dell’inasprimento del bloqueo.
Una voce su tutte però si è fatta sentire nei giorni scorsi: Papa Giovanni Paolo
II che chiede di fermare il blocco.
Le parole del Pontefice. "La Santa Sede desidera vivamente che si possano superare quanto prima gli ostacoli che impediscono
la libera comunicazione e gli scambi commerciali fra Cuba e parte della comunità internazionale, arrivando mediante un dialogo rispettoso
e aperto a tutti, alla condizione necessaria per un autentico sviluppo". Questa
sono le parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo II durante la presentazione
ufficiale delle credenziali dell’Ambasciatore cubano presso la Santa Sede, Dott.
Raul Roa Kourì.
Chiaro il riferimento all’embargo economico voluto dagli Usa al quale Cuba è
sottoposta dal 1962. "Allo stesso tempo" continua il discorso del Pontefice "posso
dimostrare l’interesse con il quale seguo l’impegno delle autorità cubane per
sviluppare e mantenere gli obiettivi conseguiti con molta fatica nel campo della
medicina, dell’istruzione in tutti i suoi livelli e della cultura nelle sue diverse
forme di espressione".
L’invisibile muro dei Caraibi. Dopo aver dato una spallata determinante contribuendo alla caduta del muro di
Berlino, il Papa vuole dare un aiuto concreto (insieme alle Nazioni Unite) per
demolire quello che definisce il "muro dei Caraibi", un muro immaginario non costituito
da mattoni, ma da sanzioni economiche che stanno stritolando la nazione lasciandola
nel completo isolamento internazionale.
Per fare questo durante il discorso, il Papa ha anche ricordato che "Cuba si
distingue per spirito di solidarietà" riferendosi agli aiuti inviati per il maremoto
nel sud-est asiatico, ma anche che lo sviluppo dell’istruzione, della sanità sociale
e della cultura "sono pilastri dell’edificio della pace, che non è solo l’assenza
della guerra".
Roma e L’Havana. Integrarsi nel tessuto sociale ed economico è stato,
dal 1997 (anno del sinodo delle Americhe), l’imperativo della chiesa cattolica
nel continente latino americano. Per questo motivo nel suo discorso davanti al
nuovo ambasciatore di Cuba, il Papa ha espresso il suo pensiero in merito alle
differenze ideologiche, siano esse laiche o religiose: "Le differenze di pensiero
non devono produrre alcuna forma di conflittualità sociale". Dalla fine degli
anni novanta (da quando il papa visitò Cuba nel gennaio del 1998) a Cuba si festeggiano
sia il Natale sia la Pasqua cattolica e questo è stato il primo passo di avvicinamento.
Attualmente Cuba è l’unico paese comunista al mondo che convive con la chiesa
cattolica senza perseguitarla.
Lo schieramento pro bloqueo. Stati Uniti, Israele, isole Marshall e le isole Palau sono i quattro paesi
che hanno votato a favore dell'inasprimento del blocco economico nei confronti
di Cuba. La somma totale degli abitanti delle isole Marshall e delle isole Palau
non arriva a 100mila unità. Non hanno rappresentanze diplomatiche all’estero.
Nonostante siano nazioni indipendenti e con un proprio parlamento sono assolutamente
sottomesse al volere degli Usa che ne controllano gli interessi internazionali e
ne decidono le sorti. Chiedere delucidazioni in merito alla questione bloqueo ai rappresentanti diplomatici delle due isole, è impossibile. Per farlo bisogna
rivolgersi alle rappresentanze consolari degli Stati Uniti d’America presenti
nelle città italiane. Che sono chiuse al pubblico e si possono raggiungere solo
telefonicamente. Al costo di 1.50 euro più Iva al minuto…