13/01/2005versione stampabilestampainvia paginainvia



Il Papa chiede che venga tolto l'embargo economico nei confronti di Cuba
Fidel Castro con Giovanni Paolo II nel gennaio 1998Anche nell’ottobre 2004, per il tredicesimo anno di fila, l’Onu ha condannato il blocco economico Usa nei confronti di Cuba. Solo quattro nazioni al mondo (contro centosettantanove), Stati Uniti, Israele, Isole Marshall e Isole Palau si sono pronunciate a favore dell’inasprimento del bloqueo.
Una voce su tutte però si è fatta sentire nei giorni scorsi: Papa Giovanni Paolo II che chiede di fermare il blocco.
 
Le parole del Pontefice. "La Santa Sede desidera vivamente che si possano superare quanto prima gli ostacoli che impediscono la libera comunicazione e gli scambi commerciali fra Cuba e parte della comunità internazionale, arrivando mediante un dialogo rispettoso e aperto a tutti, alla condizione necessaria per un autentico sviluppo". Questa sono le parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo II durante la presentazione ufficiale delle credenziali dell’Ambasciatore cubano presso la Santa Sede, Dott. Raul Roa Kourì.
Chiaro il riferimento all’embargo economico voluto dagli Usa al quale Cuba è sottoposta dal 1962. "Allo stesso tempo" continua il discorso del Pontefice "posso dimostrare l’interesse con il quale seguo l’impegno delle autorità cubane per sviluppare e mantenere gli obiettivi conseguiti con molta fatica nel campo della medicina, dell’istruzione in tutti i suoi livelli e della cultura nelle sue diverse forme di espressione".
 
Il leader maximo Fidel CastroL’invisibile muro dei Caraibi. Dopo aver dato una spallata determinante contribuendo alla caduta del muro di Berlino, il Papa vuole dare un aiuto concreto (insieme alle Nazioni Unite) per demolire quello che definisce il "muro dei Caraibi", un muro immaginario non costituito da mattoni, ma da sanzioni economiche che stanno stritolando la nazione lasciandola nel completo isolamento internazionale.
Per fare questo durante il discorso, il Papa ha anche ricordato che "Cuba si distingue per spirito di solidarietà" riferendosi agli aiuti inviati per il maremoto nel sud-est asiatico, ma anche che lo sviluppo dell’istruzione, della sanità sociale e della cultura "sono pilastri dell’edificio della pace, che non è solo l’assenza della guerra".
 
Roma e L’Havana. Integrarsi nel tessuto sociale ed economico è stato, Juan Pablo II dal 1997 (anno del sinodo delle Americhe), l’imperativo della chiesa cattolica nel continente latino americano. Per questo motivo nel suo discorso davanti al nuovo ambasciatore di Cuba, il Papa ha espresso il suo pensiero in merito alle differenze ideologiche, siano esse laiche o religiose: "Le differenze di pensiero non devono produrre alcuna forma di conflittualità sociale". Dalla fine degli anni novanta (da quando il papa visitò Cuba nel gennaio del 1998) a Cuba si festeggiano sia il Natale sia la Pasqua cattolica e questo è stato il primo passo di avvicinamento. Attualmente Cuba è l’unico paese comunista al mondo che convive con la chiesa cattolica senza perseguitarla.
 
Lo schieramento pro bloqueo. Stati Uniti, Israele, isole Marshall e le isole Palau sono i quattro paesi che hanno votato a favore dell'inasprimento del blocco economico nei confronti di Cuba. La somma totale degli abitanti delle isole Marshall e delle isole Palau non arriva a 100mila unità. Non hanno rappresentanze diplomatiche all’estero. Nonostante siano nazioni indipendenti e con un proprio parlamento sono assolutamente sottomesse al volere degli Usa che ne controllano gli interessi internazionali e ne decidono le sorti. Chiedere delucidazioni in merito alla questione bloqueo ai rappresentanti diplomatici delle due isole, è impossibile. Per farlo bisogna rivolgersi alle rappresentanze consolari degli Stati Uniti d’America presenti nelle città italiane. Che sono chiuse al pubblico e si possono raggiungere solo telefonicamente. Al costo di 1.50 euro più Iva al minuto…

Alessandro Grandi

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