scritto per noi da
Danilo Ghirelli*
Simona (Giusy per gli amici) non si
perde mai d’animo. Ma quell’uccellino che piangeva sempre aveva
finito per rovinarle il sonno. Le aveva provate tutte senza ottenere
niente, fatto che oltretutto non si addiceva alla meritata fama di
infermiera dell’impossibile. Ma non era questo che la tormentava.
Il fatto era che le si spezzava il cuore tutte le volte che vedeva lo
scricciolo immancabilmente disperato.
Babaa. D’accordo con i medici aveva
ben presto sospeso i farmaci antidolorifici, giacchè le ferite
della gambetta amputata erano rapidamente guarite. E aveva iniziato
pratiche ammaliatrici per convicere quel riottoso a concederle se non
un sorriso almeno una tregua. Ma senza risultato. Giusy che spingeva
l’infante in carrozzina fra i vialetti del giardino ospedaliero
dava piu’ l’idea dell’autista dell’ambulanza a sirene
spiegate. “Dimmi finalmente cosa vuoi, per favore, Fasullino!”
faceva la ragazza ormai esausta - “Babaa!!!” rispondeva quello,
aumentando all’istante la produzione lacrimale giornaliera. Giusy
sapeva fin dall’inizio dove si poteva trovare quella medicina. Ma
andarla a recuperare era un altro discorso…
Fasullah (tale e’ il vero nome del
piccoletto che occupa il letto n. 6 del Ward “A”) e’ uno dei
sopravvissuti al bombardamento di Beghni’, avvenuto nel giorno del
mercato. L’uccellino vi si era recato con suo padre, che aveva da
vendere un paio di capre. Mentre il genitore intavolava una lunga
trattativa, seduto sotto un albero con il bicchiere del te’ fra le
mani, Fasullah era corso a svolazzare con i suoi amichetti,
divertendosi un mondo.
Il futuro di Fasullah. Da queste parti ogni bel gioco dura molto
poco, e quella mattina il ragazzino perse in un baleno gli amichetti
sotto le bombe piovute dal cielo e per poco non ci aveva rimesso la
sua giovanissima pelle.
Babaa per prima cosa ringrazio’
Allah dopo aver visto il figlio mal conciato ma vivo, e visto che
egli stesso e le capre erano illesi, affidato il figlioletto a delle
buone persone se ne torno’ al villaggio in pensiero per il resto
della famiglia.
Cercare Babaa divenne l’incubo
della Giusy, che mandava ogni momento messaggeri al villaggio natio
di Fasullah. Per lunghi giorni non arrivo’ alcuna risposta. Quello
che arrivo’ invece un bellisimo giorno fu Babaa in persona.
Si proprio lui, un pelle-e-ossa sorridente con una lunga barba.
Insomma un lieto fine per la felicità di Fasullino che smise di
piangere e di Giusy che si prese una bella rivincita sul ragazzino
mettendosi a piangere a sua volta. Quella sera l’infermiera ando’
a letto con il cuore leggero e cadde in un sonno profondo.
Che durò poco. Nel bel mezzo della
notte la chiamarono dall’ospedale perchè era arrivata una
bambina ferita. “Venga subito per favore – si raccomandarono –
la bimba si lamenta tanto”.